L'Associazione Culturale Benefica Matteo Cazzani in accordo di collaborazione con Comune di Vigevano - Assessorato alla Cultura e ASCOFOTO indice la 15a edizione del Concorso Fotografico a premi "Vie di Fuga"
La partecipazione al concorso non prevede costi di iscrizione ed implica l'integrale accettazione del bando.
La commissione del concorso selezionera' le foto che verranno esposte e costituiranno il corpus della mostra.
Si valuteranno progetti fotografici per esposizione fuori concorso.
Foto Pervenute N. 100 alcune arrivate da Berlino, Tokyo, New York, Zurigo
All'unanimita' la giuria ha cosi' deliberato:
Per la capacita' di sollecitare domande e questioni: cosa ci fa li' quella donna, e' viva, sta sognando, e' un cadavere, perche' dorme su un acciottolato, e se sogna cosa sta sognando, e' fuggita da qualcosa oppure l'hanno abbandonata? Un primo piano sfocato che anche in chi guarda viene trasportato in un'altra dimensione. Un'orizzontalita' decisa che rende la foto stabile nonostante, a livello compositivo il personaggio pesi verso destra
Per la resa del movimento, un Icaro a cui mancano le ali ma che non cade, che si lancia e si sospende in una fuga infinita, ma che non perde il suo centro. Per la potenza che il corpo della donna esprime in bilico ma controllato. La bellezza di un corpo di donna in un bianco e nero che non scade nel volgare
Una pseudo-soggettiva che permette allo spettatore di avere il medesimo punto di vista della macchina fotografica, e quindi del soggetto. La delicatezza del tocco delle mani sulle sbarre che sembrano, quasi voler accarezzare o suonare le corde di un'arpa. Una donna non indigente cosi' come la luce del'iride i cui gioielli sono messi in evidenza dalla luce che vi si riflette
Per la composizione forte, per aver colto la situazione surreale tra verita' e finzione. Per essere significativa di una tendenza sempre piu' comune di interpretare le opere d'arte attraverso l'obiettivo della macchina fotografica
Per la forza della composizione, lo sguardo perpendicolare verso chi guarda, per la forza espressiva del soggetto
Presidente: Pamela Campaner, laureta in filosofia, ha sempre lavorato nel settore della comunicazione anche visuale, prima attraverso una propria societa' e poi come responsabile di queste attivita' in associazioni di impresa. E' responsabile della curatela delle mostre di Expowall Gallery nonche' fondatrice e amministratrice della stessa galleria. Expowall Gallery, organizza mostre di fotografi internazionali, cosi' come di giovani talenti, produce e vende fotografie d'autore sia in edizioni numerate sia in edizioni aperte. La galleria ubicata in Via Curtatone 4, nel cuore della Milano che ancora rappresenta lo sviluppo culturale della sua comunita'
Marco Curro', vive e lavora in Italia. S'interessa presto di fotografia; nel 1985 entra nell'agenzia fotografica "Photofinish", per la quale frequenta negli anni 1986/1988 "Terrazza Martini" di Milano, festival e manifestazioni culturali. Il desiderio crescente, di trovare un linguaggio puramente creativo, lo induce a mettere in discussione la concezione tradizionale della fotografia. Nel dicembre 1988 nascono le prime "Lucigrafie"; la luce, che e' l'essenza della fotografia, diviene l'unico soggetto. Le immagini vengono create fotografando la riflessione della luce solare, che varia a seconda dei diversi materiali utilizzati per riflettere, attraversare e riverberare la luce. Dalle sue sperimentazioni bandisce filtri e luci colorate, esposizioni multiple, elaborazioni al computer. La motivazione di tale scelta e' da ricercarsi nel perseguimento di una linea di semplicita', d'imperfezione, di senso della manualita' e di naturalezza della luce, piu' vicina a un'idea "spirituale". Espone dal 1996. Nel 2001, a Milano, e' tra i fondatori di "Pentalogos" gruppo di ricerca d'arte visiva, musica e scienza, con cui partecipa a mostre e progetti in ambito internazionale, molti dei quali organizzati dall'Istituto Italiano di Cultura. Intensa la collaborazione con musicisti e compositori. Dal 2004 la sua ricerca si amplia alla videoarte dove, in contrapposizione alla fotografia, usa la "luce sintetica"
Silvia Levenson, Nata a Buenos Aires in 1957, abita in Italia dal 1980. Attraverso il suo lavoro indaga sui rapporti interpersonali all'interno della famiglia e della societa'. Usa fotografia, vetro e video come strumenti per rivelare quello scarto situato fra quello che appare e quello che e'. Fra il 1975 e 1977, ha frequentato la Escuela de Grafica Martin Garcia de Buenos Aires . In 1990 ha studiato scultura in vetro con Antoine Leperlier presso Musee Atelier de Verre de Sars Poteries, Francia .Da allora la maggior parte delle sue sculture e installazioni sono realizzate in vetro, materiale efficace per alludere alle ambiguita' dei rapporti sociali. Nel 2004 ha ricevuto la "Rakow Commission" dal Corning Museum of Glass (USA) e in 2016 il premio "Glass in Venice" dell'Istituto Veneto. Il suo progetto piu' recente e' la mostra itinerante Identidad Desaparecida, che allude ai 500 bambini nati in cattivita' durante la dittatura militare argentina dati in adozione illegali dopo l'uccisione dei loro genitori. La mostra e' partita dal Ex campo di concentramento ESMA a Buenos Aires da dove e' stata sposta a Montevideo, Washington, Barcelona, Parigi, Riga, Tallin ,Venezia e Portland (OR), USA. I suoi lavori sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, come il Fine Art Museum di Houston ,New Mexico Museum of Art, Santa Fe', Racine Art Museum, Wisconsin, The Toledo Museum of Art, Collezione del Castello Sforzesco di Milano, Museo del Vetro di Venezia, Fondazione Remotti, Camogli e Fondazione Banca di Brescia, fra le altre